di Virginia Gigante
Siamo all’indomani del XX Congresso FIA, tornato finalmente in presenza dopo quattro anni. I dati del mercato e la ricerca Eurotrak Italia 2022, parlano chiaro: il settore audioprotesico è destinato a crescere. Come vede il futuro prossimo, in termini di crescita del comparto?
Se consideriamo il target di riferimento degli over 65, la domanda attesa è in costante aumento ed è quindi facile fare previsioni di crescita del comparto. Previsioni confermate dagli indicatori economici derivanti da studi dedicati. Il dato è un grande alleato per sostenere idee di investimenti futuri. Ritengo che la crescita si sviluppi su diversi livelli: piano economico, per sostenere le esigenze di crescita e la competizione a livello globale; piano sociale, con politiche di sostegno nei confronti di una popolazione sempre più senior; piano educativo, con una formazione universitaria e l’iniezione di risorse sempre più preparate nel comparto, ma pensando anche a un’educazione più generale, scolastica e di informazione, su cosa sia la sordità e l’impatto che ne deriva, per diffondere conoscenza e superare lo stigma; piano istituzionale, un’evoluzione del concetto di cura, con l’introduzione della telemedicina come anche richiamato dal PNRR.
Le protesi acustiche hanno un altissimo valore sociale: non sentire infatti porta all’isolamento e l’isolamento in molti casi porta alla depressione. Come intervenire in termini di prevenzione sulla popolazione senior?
Mi collego alla risposta precedente. Non può esistere prevenzione senza informazione ed educazione. Quando si parla di sordità, non si pensa alla prevenzione, in quanto difficilmente l’ipoacusia viene considerata patologia inficiante, correlabile ad altre patologie. Una realtà sconfortante, poiché numerosi studi di grande rilevanza hanno chiaramente provato la relazione tra sordità e isolamento, sordità e depressione, sordità e decadimento cognitivo. Sarebbe auspicabile quindi attivare una comunicazione sinergica tramite i canali esistenti: l’Audioprotesista, la figura più vicina alla popolazione senior; la classe medica che ha il contatto precoce con il paziente; i media istituzionali con una mirata pubblicità progresso; la scuola, incentivando sessioni di educazione sul senso dell’udito che oltre a informare i ragazzi, creerebbero dei mentor nei confronti dei senior a loro vicini.
Parliamo di LEA: i dispositivi acustici sono passati al sistema delle gare e le regioni hanno intrapreso ciascuna una strada autonoma, creando forti disparità nell’erogazione dei dispositivi sanitari. Quali sono le proposte di Confindustria Dispositivi medici a tal proposito e cosa si prevede per il futuro legislativo dei LEA?
Nonostante sia stato ribadito in tutte le sedi quanto sia importante che le nostre innovazioni tecnologiche arrivino a tutti coloro che ne hanno bisogno, ampliando l’accesso alla tecnologia acustica attraverso l’erogazione di servizi forniti da professionisti sanitari qualificati e dispositivi appropriati in base alle esigenze dei cittadini con problemi di udito, oggi le acquisizioni avvengono tramite gara. Anifa ribadisce che il sistema delle gare venga abolito per ritornare alla situazione antecedente, ovvero la remunerazione della prestazione, dove prodotto e prestazione professionale sono un sistema unico, imprescindibile. Un sistema che garantisce un servizio efficiente e completo al paziente, oltre alla libertà di scelta della protesi più appropriata da parte dell’audioprotesista in base alle esigenze del singolo paziente. Anifa reitera al Governo e Ministero della Salute la richiesta di rivedere i Lea e di aggiornare il nomenclatore contenuto nel DPCM 12 gennaio 2017, che prevede un’acquisizione dei dispositivi acustici da parte del Servizio sanitario nazionale tramite gara.
Innovazione tecnologica delle aziende che hanno prodotto un enorme sforzo in materiale di ricerca e sviluppo, per differenziare le soluzioni acustiche e per rendere gli apparecchi sempre più fruibili. Quali sono state le principali novità tecnologiche introdotte negli ultimi anni?
Come per tutti i settori a forte contenuto tecnologico, questo settore ha attraversato vari periodi: analogico, programmabile, digitale, nanotecnologia. Negli ultimi anni la tecnologia digitale accompagnata dalla miniaturizzazione dei componenti, ha permesso di saltare un ulteriore ostacolo: oggi parliamo abitualmente di Intelligenza Artificiale e Machine Learning inserita nelle protesi acustiche. Abbiamo a disposizione apparecchi acustici con una capacità di calcolo che supera gli 80 milioni di regolazioni all’ora e che, grazie ad algoritmi sempre più sofisticati, diventano predittivi, adattandosi alle situazioni d’ascolto più complesse. L’apparecchio acustico si è poi evoluto, diventando un assistente con una forte correlazione tra udito e salute. Accompagna nella quotidianità grazie alla connessione con le App, che vanno dal monitoraggio psico fisico, al promemoria per l’assunzione di un farmaco, ad essere d’aiuto per prendere appunti ad esempio quando si è dal medico, alla traduzione in 70 lingue (funzione non banale se si pensa alle difficoltà di comunicazione con un caregiver di altre nazionalità) a tante altre prestazioni per migliorare la qualità di vita e renderla più semplice. Ritengo sia fondamentale non cadere nel pregiudizio “ma questa tecnologia sarà solo per pochi”, basti pensare che oggi i maggiori utilizzatori di Facebook (quindi social) sono over 65 e quindi la popolazione target è ormai altamente favorevole alla tecnologia.
Giovani, formazione, università. Quale è il ruolo delle grandi aziende nell’accogliere i neolaureati provenienti dalle università? E quali strumenti si devono adottare per inserirli al meglio in un mercato del lavoro sempre più competitivo?
Nel nostro settore la laurea triennale prevede un percorso di tutoring e stage presso realtà sul territorio nel canale distributivo, un processo che avviene con successo, perché il 100% dei laureati trova in effetti lavoro. A contrapporsi a un risultato occupazionale virtuoso è però lo scarso numero di studenti che intraprende questo percorso di studio, con il risultato che mancano neo laureati in un settore dove la domanda di lavoro è alta e fatica a trovare risorse. La formazione universitaria svolge il proprio ruolo di istruzione, ma i ragazzi si trovano ad affrontare il lavoro con carenza di competenze più pratiche per affrontare il paziente. Il patient journey non viene insegnato. È un dato di fatto, inoltre, che il mercato del lavoro in cui i neo laureati sono inseriti rappresenta una realtà estremamente dinamica e mutevole, chiamata sempre di più insistentemente ad adattarsi alla richieste delle imprese e alle loro esigenze di crescita e competizione a livello globale che rende difficile la standardizzazione di una preparazione. Potrebbe essere un suggerimento quello di iniziare a fare promozione di questa professione sanitaria e del relativo percorso universitario alle scuole superiori, per incentivare l’orientamento. Durante il percorso universitario si potrebbero invece inserire progetti specifici, condivisi con le aziende. Sarebbe auspicabile a mio avviso promuovere anche una formazione “pratica”: la teoria applicata a tante altre competenze. Trovo sia un errore grossolano indirizzare una critica ai ragazzi, colpevolizzandoli di non essere preparati per il lavoro.
Questi studenti possono esprimere al meglio quello che viene insegnato, ma spetta a noi del comparto seguire puntualmente gli stagisti con criterio durante il percorso professionale, senza dare niente per scontato, poiché la formazione di tutti, anche la nostra agli esordi, passa da una costruzione lenta e costante delle competenze.
In questo momento ci sono grandi aspettative per la salute dal PNRR soprattutto in tema di prevenzione e servizi di cura più vicini alle persone, argomenti molto importanti per il comparto audioprotesico. Cosa si aspetta?
L’assistenza protesica si svolge sul territorio grazie alla rete capillare degli audioprotesisti presenti. Si tratta quindi di un’assistenza territoriale che ha precorso i tempi. Oggi il PNRR prevede, tra le altre cose, un potenziamento dell’assistenza territoriale, pertanto l’esperienza maturata dagli audioprotesisti di assistenza vicina al paziente è un esempio virtuoso che come settore conosciamo bene. In questo il sistema ci rende forti grazie alla nostra esperienza, mentre al contrario con le gare vanifica i benefici acquisiti con questa tipologia di assistenza capillare sul territorio. Il nostro settore è sicuramente diverso da altri comparti per via dell’estrema soggettività della prescrizione dei dispositivi e l’applicazione di norme che funzionano perfettamente in altri ambiti, risulta per l’appunto in un danno per ciò che abbiamo saputo fare tanto bene.
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