di Dario Ruggeri (Segretario nazionale ANA-ANAP)
“Per il conseguimento, la conferma di validità o la revisione della patente di guida per motoveicoli ed autoveicoli delle categorie A e B occorre percepire da ciascun orecchio la voce di conversazione con fonemi combinati a non meno di due metri di distanza”.
La frase che avete appena letto è l’unico requisito uditivo ad oggi previsto per ottenere la patente di guida di categorie A e B. Si tratta dell’art. 323 del Regolamento di Attuazione del Codice della Strada, il cui contenuto è rimasto immutato dal 1959, quando venne apportata una leggera modifica al comma “percepisce la voce di conversazione a otto metri di distanza da ciascun lato”, datato – addirittura – 1933!
Quasi un secolo. Un secolo in cui i veicoli sono sempre più insonorizzati, le strade affollate di mezzi di trasporto neppure ipotizzabili nei primi del Novecento (auto elettriche, monopattini, scooter, biciclette con pedalata assistita) e, in generale, un mondo – anche quello della circolazione! – completamente diverso da quello di oggi.
Uno degli aspetti più caratteristici dello sviluppo economico e sociale del nostro Paese è la costante crescita della mobilità, dovuta non solo ai tradizionali spostamenti per lavoro e alle modificazioni che lo sviluppo delle attività terziarie hanno comportato, ma anche a motivi strettamente individuali. La motorizzazione di massa è divenuta uno dei fenomeni più rilevanti di questi ultimi decenni.
L’aumento della mobilità, accanto a molti effetti certamente positivi, è un elemento che può diventare negativo ai fini della sicurezza stradale se non è accompagnato da adeguati interventi preventivi che incidano sui tre elementi fondamentali: la strada, l’autoveicolo e l’uomo. Il fattore umano è universalmente considerato come la causa più importante degli incidenti stradali e in questo ambito giocano un ruolo fondamentale i deficit sensoriali (udito e vista) ed il grado di vigilanza/attenzione alla guida. Oggi, in relazione al fatto che la sordità è un fenomeno in costante crescita (circa il 7% della popolazione mondiale) a causa dell’inquinamento acustico e dell’aumento della vita media dell’uomo, diventa ormai prioritario e indifferibile affrontare questo specifico problema dal punto di vista preventivo e riabilitativo.
Nonostante questi evidenti dati di fatto, e nonostante le comprensibili difficoltà – nel 1933 – di effettuare test strumentali dell’udito oggi ampiamente superabili con le tecnologie a disposizione, nulla è cambiato per quanto riguarda i requisiti uditivi.
Al di là delle note storiche, venendo a un’analisi più precisa del problema, è evidente che, attualmente, l’esame dell’udito presenta un elevato grado di soggettività e non risulta attendibile come barriera di ingresso poiché non fornisce risultati misurabili.
Esiste quindi il rischio – non remoto – che una significativa quota di popolazione munita di patente di guida e circolante in automobile sia affetta da problematiche uditive, che si ripercuotono sui livelli di vigilanza e di attenzione. Purtroppo, l’assenza di consapevolezza e di adeguate indagini diagnostiche preventive porta ad un aumentato rischio di incidenti, legato al deficit di una capacità sensoriale la cui competenza risulta fondamentale per la percezione di segnali di allarme e più genericamente per una guida sicura. In media si stima che siano sette gli anni che le persone con deficit uditivo lasciano trascorrere dalla comparsa del sintomo alla ricerca di un aiuto e di una valida soluzione.
E per l’Associazione non si tratta certo di una novità. Già da tempo, infatti, ANA e ANAP chiedono a gran voce una modifica della normativa vigente, suggerendo l’introduzione obbligatoria di un test strumentale.
La sicurezza stradale è un tema sensibile a livello nazionale ed europeo. Secondo i dati elaborati da ACI e Istat, nel 2021 le vittime in Italia sono state 2.875, una media di 8 al giorno, registrando una crescita rispetto al 2020. Il costo sociale nel 2021 è stato di 16,4 miliardi di euro: lo 0,9 % del Pil nazionale. In Europea, invece, si sono registrati circa 20.000 decessi per incidenti stradali, con un +5% rispetto all’anno precedente. Sono i dati riferiti dal report pubblicato dalla Commissione Europea sulle vittime della strada nel 2021, inerente a tutte le tipologie di veicoli. L’Ue punta a ridurre del 50% i decessi stradali e, per la prima volta, anche i feriti gravi, entro il 2030: è dunque necessario mantenere alto il livello di attenzione sui fattori che determinano la sicurezza delle nostre strade.
Il fattore umano è universalmente considerato come la causa più importante degli incidenti stradali ed in questo ambito giocano un ruolo fondamentale i deficit sensoriali (udito e vista), ed il grado di vigilanza/attenzione alla guida. Oggi, diventa ormai prioritario ed indifferibile affrontare questo specifico problema dal punto di vista preventivo e riabilitativo.
Per questo, il tavolo di lavoro, nato in seno a Udito Italia ONLUS, composto da ANA, ANAP, ACI (Automobile Club Italia) e ANIA (Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici) intende proporre l’introduzione di una verifica strumentale delle capacità uditive per il rilascio e il rinnovo della patente di guida. E l’occasione è grande: oggi, infatti, è in discussione a livello istituzionale la revisione del Codice della Strada, nel cui quadro si inserisce la recente approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, del DL “Interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del codice della strada”.
Se negli ultimi anni è stata condotta una politica informativa orientata prevalentemente alla sensibilizzazione della popolazione sui rischi alla guida sotto l’effetto di alcool e droga proprio per gli effetti negativi su vigilanza e attenzione, riteniamo che anche la salute uditiva dei conducenti, per le stesse ragioni, debba essere oggetto della medesima considerazione da parte delle istituzioni.
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