La storia di Chiara Bucello, sorda dalla nascita, e oggi grafica e influencer di successo
Chiara Bucello nasce con una disabilità uditiva totale, 29 anni fa a Catania. Dopo un’infanzia difficile, ha totalmente cambiato prospettiva. Grazie a un impianto cocleare, oggi riesce a comunicare e lo fa con un’empatia e una forza uniche.
La sua è una storia tutta da raccontare. Dopo il liceo artistico studia all’Accademia delle Belle Arti e si laurea in Graphic design con specializzazione in Grafica editoriale. Ha una missione: abbattere i pregiudizi legati all’ipoacusia e promuovere la cultura dell’accessibilità. Una strada che percorre insieme a Ludovica Billi, anche lei sorda dalla nascita e con la quale ha fondato The Deaf Soul, un portale per la comunicazione e l’informazione delle persone con disabilità uditive.
Chiara Bucello, lei è la dimostrazione, come scrive sulla sua pagina Instagram, che nonostante la sordità è possibile realizzare i propri sogni.
Certo, perché è proprio vero che la sordità non significa limitare, ma tutto dipende dalla mente e dal cuore, soprattutto dalla volontà! La sordità è solo una parte di noi.
C’è ancora una forte componente culturale, un vero e proprio stigma, che condiziona la prevenzione, la diagnosi e la cura. Come superarlo?
Purtroppo, molte persone non sono correttamente informate riguardo alla cura a alla diagnosi dell’udito. Ci sono individui che provano vergogna e cercano di nascondersi, ad esempio optando per un apparecchio acustico a poco prezzo e invisibile. La società spesso non sa come interagire con chi
ha disabilità uditiva ed evita di parlarne e di informarsi. A mio parere è un problema culturale e di mentalità. Quindi, per superare lo stigma legato ai problemi uditivi, bisogna sensibilizzare, fornire supporto sociale, garantire l’accessibilità e fare promozione sui social di persone che hanno disabilità
uditiva. Non tutti lo sanno, ma tantissime persone hanno una perdita uditiva invalidante che, se non affrontata, ha ripercussioni di vasta portata sulla qualità della vita delle persone colpite a dei loro familiari. Molti Paesi hanno istituito programmi di screening e di formazione per sostenere la prevenzione.
Importanti traguardi sono stati raggiunti, ma il lavoro da svolgere è ancora lungo. La sfida futura è quella di promuovere una visione collettiva che coinvolga nella prevenzione e sensibilizzazione tutti gli operatori sanitari come, solo per citare alcuni esempi, audiometristi, audioprotesisti, pediatri, logopedisti, educatori professionali.
L’accessibilità è un altro tema importante. La società è pronta?
La questione dell’accessibilità è cruciale e, sebbene ci siano alcuni progressi, c’è ancora molto lavoro da fare. Dal mio punto di vista, alcuni settori si stanno muovendo verso una maggiore accessibilità, ma è necessario un impegno continuo da parte della società nel suo complesso per garantire che tutti
abbiano pari opportunità e accesso ai servizi e alle risorse.
Quali sono le principali difficoltà che incontra nella quotidianità?
Nelle mia esperienza riscontro solo difficoltà nel parlare al telefono quando non c’è un numero (come ad esempio un numero verde) o un account Whatsapp per comunicazioni urgenti. Inoltre, a volte trovo persone che non sono preparate a interagire con una persona sorda. Per il resto, riesco a essere
abbastanza autonoma e mi adatto bene alle varie situazioni della vita quotidiana.
Ci parli della sua attività come influencer e del suo canale The Deaf Soul The Deaf Soul è un portale per la comunicazione e l’informazione delle persone con disabilità uditiva e la lingua dei segni. I temi vengono affrontati con un linguaggio che sa coinvolgere tutti e tutte, oltre le barriere della disabilità
e della diversità. Mi dedico, insieme con la mia socia Ludovica Billi, a promuovere continuamente
campagne di sensibilizzazione su piattaforme web e social media. Il nostro focus principale è sull’analisi dell’inclusività all’interno delle aziende, con particolare attenzione alla promozione della diversità all’interno dei brand. Attraverso una specifica campagna, affrontiamo con tono ironico, divertente,
la tematica della sordità e cerchiamo di promuovere un ambiente lavorativo inclusivo e rispettoso della diversità. Invece, nel mio profilo personale, sono quasi quattro anni che mi impegno con campagne di sensibilizzazione sul web e sui social network, come persona sorda e con impianto cocleare. Mi concentro sulla diversity all’interno dei brand, in cui indago se davvero le aziende stiano diventando più inclusive.
Cosa direbbe oggi alla bimba che è stata e che provava vergogna per la sua sordità?
Alla bambina che provava vergogna per la propria sordità, direi che non c’è nulła di cui vergognarsi. La sordità è solo una parte di ciò che la rende unica. Che sia sempre fi era di chi è e che non permetta mai a nessuno di farla sentire diversa o inferiore a causa della sua sordità. E che può raggiungere qualsiasi obiettivo si prefigga, sorda o udente.
Si definisce sui social come “una ragazza che vede le voci”
Mi definisco una ragazza che “vede le voci”, perchè da bambina ho sempre guardato le labbra delle persone per capire cosa dicessero. Per me la vista è stata fondamentale durante l’infanzia e ha segnato il mio percorso.
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