“Abbiamo sicuramente fatto scuola perché questa, poi, è la mission dell’università. Abbiamo riunito le eccellenze italiane e siciliane, tantissime categorie: gli audiologi, i foniatri, i logopedisti e i tecnici di audiometria e di audioprotesi. In pratica tutto ciò che gira attorno all’otorinolaringoiatria. Sono veramente contento dei risultati che abbiamo ottenuto”.
Con queste parole il professore Calogero Grillo, direttore della Clinica Otorinolaringoiatrica di Catania, traccia il bilancio della due giorni di lavoro del I corso di aggiornamento in Otorinolaringoiatria che si è svolto all’hotel Villa Itria di Viagrande (CT).
Un momento di aggiornamento sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico che, come ha ricordato Grillo, coordinatore scientifico del corso, ha visto la partecipazione dei più importanti esponenti italiani di questo settore realizzando in pieno quello che poi è lo spirito universitario: l’esigenza di insegnare e di rendere pubbliche le conoscenze più moderne. Toccante e denso di emozioni l’avvio dei lavori con il ricordo del professor Gian Battista Catalano, considerato più di un maestro da un’intera generazione di otorini siciliani.
“Ho il cuore che mi batte – ha detto Anna Catalano, figlia del prof. Gian Battista Catalano – e non immaginavo che uno degli allievi di mio padre potesse intitolargli un corso. Pensare che il nome di papà verrà ricordato soprattutto da quelli che non l’hanno mai conosciuto, per me è una cosa bellissima. Non posso che ringraziare il professor Grillo. Papà era uno che credeva molto nei giovani, nei suoi allievi cercando di dar loro lo spazio che meritavano”.
Nella due giorni di lavori si sono affrontati i numerosi temi che interessano una disciplina vasta come quella dell’otorinolaringoiatria.
“Si è parlato di futuro – continua Grillo – e di tecnologie, di screening per migliorare la prevenzione e per eliminare alcune patologie. In questo corso abbiamo ribadito come si debba collaborare tutti dal medico di base al pediatra, all’otorinolaringoiatra”.
“La nostra professione – spiega il prof. Ignazio Lamantia – è cambiata tanto grazie all’avvento della tecnologia: oggi parliamo di bioingegneria, vediamo tutto in 4K o in 3D. Siamo in grado di operare su monitor e, addirittura, all’Università di Catania abbiamo anche il robot. Non posso negare che la tecnologia ci aiuti tanto. Chi come me ha iniziato negli anni \’80 con lo specchietto e la luce riflessa in testa, oggi si trova a lavorare con le fibre ottiche. Per questo c’è bisogno di continui aggiornamenti”.
Un settore, dunque, in cui grazie alla tecnologia sono stati fatti passi da gigante a cominciare dalla gestione della sordità.
“Fare una diagnostica corretta – spiega il prof. Alessandro Martini – vuol dire cercare di fare qualcosa di più rispetto a quelli che sono gli esami che vengono fatti normalmente. Siamo partiti da due posizioni: per esempio quella della diagnosi delle forme genetiche del bambino, ma anche nell’adulto e le tecnologie attuali ci porta nuove informazioni per capire meglio quello che succede realmente. La tecnologia, in questo senso, ci aiuta moltissimo, ma probabilmente la sappiamo utilizzare ancora poco”.
In questo senso, dunque, diventa fondamentale il ruolo recitato da chi si occupa di produrre e commercializzare gli apparecchi acustici.
“Il futuro – spiega il dr. Luigi Bonanno, audioprotesista di Euroacustica – è nell’area sanitaria e nel dare risposte alle domande dei pazienti ipoacusici. Risposte che sono tante perchè oggi oltre il 12% della popolazione italiana soffre di un deficit uditivo. Noi, grazie anche alla tecnologia che abbiamo a disposizione, dobbiamo dare delle risposte a queste domande che sono sempre più molteplici, anche perchè essendo l’udito un organo di senso, diventa chiaro che problemi di questo genere possono inficiare notevolmente la qualità della vita”.
Stesso discorso vale anche per la riabilitazione fonatoria e per le protesi che aiutano a recuperare la possibilità di comunicare, altro argomento trattato durante il congresso.
“In realtà – spiega la dott.ssa Caterina Grillo, specialista in Audiologia e Foniatria – è un intervento che si mantiene sempre come ultima chance perché si suppone che il paziente sia stato sottoposto una laringectomia totale, ovvero che ci sia stata l’asportazione totale della laringe. La protesi fonatoria, quindi, è necessaria per dare una performance di voce quanto più vicina alla normalità anche perché dopo questo tipo di interventi si perde completamente la funzione vocale. Per il futuro mi auguro più maneggevolezza perchè la protesi fonatoria purtroppo ha una manutenzione che va fatta sempre con uno specialista. Il mio augurio è che si possa avere una gestione completamente domestica e quindi senza l’intercessione di uno specialista”.
“Partendo dalla mia esperienza sulla chirurgia oncologica laringea – spiega il dr. Giuseppe Tortoriello, direttore reparto di Otorinolaringoiatria e patologia cervico-facciale dell’Ospedale del Mare di Napoli – oggi utilizzo una nuova tecnologia, la fibra laser CO2 ultrapulsato, che sostituisce il bisturi. Si tratta di una grande novità messa in campo anche all’ospedale di Napoli, struttura che si può definire avveniristica, perchè usa tutta la più alta tecnologia. Basta con i “viaggi della speranza”: anche al sud è possibile essere curati con la più alta tecnologia presente”.
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