Stefano di Girolamo, presidente del Corso di laurea in Tecniche Audioprotesiche dell’Università di Tor Vergata: “Verso la nostra professione c’è un interesse crescente, che va di pari passo con la consapevolezza e la conoscenza del disturbo uditivo”.
Stefano di Girolamo, specialista in Audiologia, Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale, professore ordinario presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata è, tra le altre cose, anche presidente del Corso di Laurea in Tecniche Audioprotesiche sempre dell’Università Tor Vergata. Oggi l’Università mette a disposizione 36 posti per il corso di Laurea in TA, un notevole balzo in avanti, considerando che fino a qualche anno fa erano solo dieci. Del resto la domanda di audioprotesisti specializzati aumenta di pari passo con la maggiore consapevolezza e conoscenza del disturbo uditivo.
Professor Di Girolamo, la figura professionale del tecnico Audioprotesista è sempre più richiesta e infatti proprio l’Ateneo di Tor Vergata negli anni scorsi ha deciso di aumentare i posti per il corso di Laurea. Un trend che del resto va di pari passo con l’aumentare dell’incidenza dei problemi di udito.
Dietro l’interesse sempre crescente verso il mondo dell’audioprotesi da parte dei giovani ci sono, a mio avviso, almeno due motivi. Il primo è che questa professione è strettamente legata allo sviluppo e al progresso tecnologico. Con il passaggio dall’analogico al digitale gli ausili audioprotesici sono diventati sempre più sofisticati e i ragazzi oggi sono fortemente attratti da tutte le potenzialità tecnologiche, è il futuro. Dall’altro lato, oltre all’aumento dell’incidenza dei disturbi uditivi, credo che quello a cui stiamo finalmente assistendo è il superamento dello stigma. Oggi sempre più persone decidono di affrontare il disturbo uditivo perché c’è maggiore consapevolezza di quanto l’apparecchio acustico possa migliorare la qualità della vita.
Recentemente è stato anche riconosciuto il ruolo professionale dell’audioprotesista, che oggi è una professione sanitaria a tutti gli effetti. Anche questo ha inciso sull’interesse dei giovani verso questa professione?
Sicuramente ha influito positivamente. Ritengo che questo riconoscimento sia stato atteso fin troppo a lungo dagli audioprotesisti, ma a questo punto ogni recriminazione sarebbe inutile e bisogna concentrarsi sul risultato raggiunto. Oggi quella dell’audioprotesista è una figura sanitaria del tutto nuova, tutta da scoprire. Il riconoscimento professionale inoltre rappresenta una garanzia: per i pazienti e per gli operatori, con un beneficio finale per tutti.
È importante che il medico specialista collabori con l’audioprotesista e viceversa, così come sono fondamentali i due momenti del percorso riabilitativo: il primo legato alla diagnosi e il secondo caratterizzato dall’adattamento protesico. A che punto siamo in questo senso, specie nelle giovani generazioni di medici e audioprotesisti?
Ma in fondo non si può parlare di vera conflittualità che non credo ci sia mai stata, data la diversità di ruoli. Si tratta di una materia vasta dove ogni figura ha il suo spazio che non può invadere quello dell’altro. C’è il momento clinico-diagnostico che è competenza del medico e c’è quello riabilitativo su cui ha competenza l’audioprotesista. Tra l’altro esistono delle Linea Guida Internazionali che sanciscono definitivamente questa suddivisione di ruoli, molto utile per la migliore definizione delle competenze. La particolarità è che si tratta di due lavori diversi che però hanno la stessa finalità ed è su questo che bisogna concentrarsi, ovvero sul benessere del paziente.
Abbiamo detto che negli anni scorsi l’ateneo romano ha ampliato i posti a disposizione. Secondo lei potrebbe essere ulteriormente aumentato il numero degli iscritti, c’è interesse nei giovani verso questa professione?
Certamente, nei prossimi anni sarà necessario rivedere il numero dei posti disponibili viste le numerose richieste che non provengono solo dai giovani, ma anche dalle aziende, dal mercato e dai pazienti. C’è bisogno di più audioprotesisti sempre più preparati.
Ci spieghi come è organizzato il corso di Laurea a Tor Vergata.
Il nostro Corso di Laurea è ben organizzato e permette ai ragazzi una formazione completa, teorica e pratica. Durante il primo anno ci si concentra maggiormente sul tirocinio clinico. Il secondo anno è dedicato al tirocinio negli ospedali e nel terzo e ultimo anno direttamente nelle aziende.
di Valentina Faricelli
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