Protezione acustica nei luoghi di lavoro: come evitare i rischi per l’udito

Feb 3, 2025 | Attualità, Interviste | 0 commenti

Grande esperto in materia di dispositivi di protezione individuali e collettivi, Claudio Galbiati si occupa da molti anni di sicurezza sui luoghi di lavoro per una delle più grandi aziende del settore al livello mondiale, la 3M.Galbiati è anche impegnato nella promozione della cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro.

È infatti Presidente della sezione Safety di Assosistema Confindustria e President Elect della European Safety Federation (ESF), l’organizzazione che raggruppa le associazioni nazionali di produttori, importatori e distributori di DPI (Dispositivi di Protezione Individuali) in Europa. Dal 2009 è anche coordinatore del gruppo UNI DPI per la protezione dell’udito.

Con lui abbiamo affrontato il tema della protezione acustica nei luoghi di lavoro. Ogni giorno milioni di lavoratori sono esposti a situazioni di rischio per l’udito e come sappiamo quando l’esposizione al rumore supera gli 85 db è necessaria una protezione.

Presidente Galbiati, la filiera italiana dei DPI è molto presente al livello europeo. A che punto è la sensibilizzazione verso l’utilizzo di DPI uditivi?

L’industria dei Dispositivi di protezione individuali per la protezione dell’udito è molto attiva a livello europeo e ha raggiunto livelli di eccellenza riconosciuti in tutto il mondo. Basti pensare ai dispositivi che permettono di proteggere l’udito e al tempo stesso di comunicare, sviluppati qui in Europa e diffusi in tutto il mondo: pensiamo, ad esempio, ai dispositivi utilizzati dai team di Formula 1 o Moto GP, oltre che in ambito industriale. Le aziende sono impegnate in diverse attività di sensibilizzazione all’utilizzo di otoprotettori in ambito lavorativo, con corsi di formazione specifici per i lavoratori e con eventi specifici per i responsabili della sicurezza in azienda, come i seminari tecnici organizzati da Assosistema con AIAS (associazione italiana addetti alla sicurezza), ma ancora molto c’è da fare soprattutto per le realtà lavorative più piccole e artigiane.

In particolare per quanto riguarda l’udito, cosa prevede la normativa in questo ambito?

La normativa per la protezione uditiva è regolamentata, in prima battuta, dal cosiddetto “Testo unico della Sicurezza” il D.Lgs.81/08, che definisce il livelli di esposizione massima giornaliera a cui il lavoratore si può esporre, nello specifico la soglia di attenzione è fissata a 80dB (A) e la soglia da non superare a 85dB (A). Oltre questi livelli diventa obbligatorio l’uso del DPI e per la scelta il decreto 81/08 rimanda alla norma tecnica Europea EN458, che definisce i criteri di scelta, uso ed addestramento all’uso corretto, quest’ultimo è infatti obbligatorio per gli otoprotettori. Un richiamo importante la normativa lo fa sulla verifica del corretto utilizzo del DPI, perché un otoprotettore usato male inficia la protezione. Quindi, come vediamo, da un punto di vista legislativo e normativo il quadro è completo ed esaustivo, le aziende e gli utilizzatori hanno tutti gli strumenti per operare correttamente nel predisporre un piano di conservazione dell’udito sul posto di lavoro; quello che ci manca è ampliare la conoscenza verso questi temi, sia nei confronti dei lavoratori, sia nelle aziende nei confronti dei ruoli decisionali.

Il tema della prevenzione uditiva è ancora sottovalutato, ma le cose fortunatamente stanno cambiando, come dimostra anche l’impegno dell’Oms e in particolare del World Hearing Forum al suo interno.

Il ruolo svolto dall’OMS e dal World Hearing Forum (WHF), è fondamentale nella diffusione di una cultura del benessere uditivo e della prevenzione. Infatti, la consapevolezza dei pericoli dovuti all’esposizione al rumore sul posto di lavoro è un aspetto fondamentale. Spesso vedo lavoratori con gli inserti indossati male, o peggio, senza alcuna protezione, lavorare in ambienti molto rumorosi. E molto spesso questi lavoratori non hanno alcuna consapevolezza del danno progressivo che stanno subendo, perché a differenza di altri rischi per la salute, il danno uditivo non si vede ed è lento a manifestarsi.

L’attività di comunicazione e sensibilizzazione del WHF diventa, perciò, uno strumento fondamentale nella catena di prevenzione. È proprio sotto questa luce che 3M ha deciso di aderire al WHF, in qualità di leader mondiale nella produzione di DPI per la protezione dell’udito pensiamo che il contributo dell’industria del settore debba essere indirizzato verso una sempre maggiore informazione e consapevolezza della tutela del nostro udito.

Il tema proposto quest’anno dal WHF per celebrare la Giornata Mondiale dell’Udito sottolinea proprio il ruolo che ciascuno di noi può avere nella promozione della salute uditiva. E a proposito di consapevolezza, le persone sono coscienti dei rischi a cui è esposto l’udito in ambienti lavorativi rumorosi e consapevoli dell’importanza di proteggersi? Mi riferisco non solo ai lavoratori, ma anche alle aziende.

Avete toccato un punto chiave, la consapevolezza dei rischi. È una situazione a due facce, le grandi organizzazioni aziendali sono attente e si adoperano sia nel fare misure dei livelli di rumore, sia nel dare di conseguenza gli otoprotettori corretti. Realtà più piccole mostrano una sensibilità non sempre all’altezza della situazione. Notiamo, purtroppo, una generale scarsa attenzione alla problematica rumore, spesso è sottovaluto come problema; tante volte mi sento dire: “tanto sono abituati…” oppure “tanto è un lavoro di pochi minuti…”. Molto dipende anche dal lavoratore, che non ha coscienza del pericolo e dei rischi che corre, semplicemente li sottovaluta. Tornando al WHF, promuovere la tutela dell’udito, attraverso la consapevolezza, darà certamente i suoi frutti nel medio-lungo termine, soprattutto se riusciamo ad orientare l’attività di comunicazione anche verso le aziende più piccole e le realtà artigiane.

Come funzionano i protettori acustici e in particolare quanti decibel sono in grado di bloccare?

Il panorama degli otoprotettori è molto variegato ed è un settore dove l’evoluzione tecnologica, legata all’elettronica, è molto presente, molto di più rispetto ad altri DPI. Si parte dai classici inserti auricolari monouso, ancora molto diffusi, sino a sistemi, che grazie all’elettronica riescono a proteggere il lavoratore e al contempo di comunicare in sicurezza. Certamente le cuffie antirumore passive sono i DPI che notiamo più spesso e i più facili da reperire e usare. Il principio di funzionamento è molto semplice: isolano l’apparato uditivo dai rumori esterni grazie a particolari schiume isolanti modellate adeguatamente ed ai cuscinetti attorno all’orecchio, tenuti in posizione da un archetto che garantisce l’adeguata pressione. I livelli di attenuazione spaziano in range molto ampio da circa 10dB fino ad oltre 35dB, con anche la presenza di otoprotettori studiati appositamente per i rumori impulsivi.

I sistemi più moderni, invece, includono uno o più microfoni esterni, un altoparlante all’interno e un’elettronica in grado di processare il rumore e trasferire all’orecchio solo un livello sicuro, con la possibilità di interfacciarsi con diversi sistemi di comunicazione.

Anche per i DPI esiste il problema della tutela del consumatore a cui devono essere garantiti prodotti sicuri. Come è organizzato il controllo del mercato?

Le regole a cui deve sottostare un otoprotettore sono chiaramente definite dal Regolamento Europeo 425/2016, che prevede la marcatura CE di terza categoria (ovvero dopo il CE dovete trovare una sigla di 4 numeri), quindi molto riconoscibili da un dispositivo medico. La sorveglianza di mercato è coordinata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) essendo DPI e non dispositivi medici, in questa attività il Ministero collabora con diversi soggetti sul territorio, come l’Ispettorato del Lavoro o l’Agenzia delle Dogane per il controllo del prodotto. Per questa ragione Assosistema Confindustria ha siglato un accordo di collaborazione con l’Agenzia delle Dogane per implementare una serie di controlli più specifici e mirati a tutela del consumatore e delle aziende.

(Valentina Faricelli)

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