di Mauro Menzietti – Presidente ANA
“Proteggi il tuo udito, ascolta responsabilmente! – To hear for life, listen with care!”. Questo il tema proposto dall’OMS in occasione del World Hearing Day 2022, che si è celebrato lo scorso 3 marzo in tutto il mondo. Un argomento a lungo dibattuto durante l’ultimo anno nel
corso delle riunioni del World Hearing Forum e che giunge come punto di arrivo di un processo iniziato già da alcuni anni.
Già nel 2021, infatti, era stato diffuso in tutto il mondo il World Report On Hearing, un documento di portata storica incentrato sull’analisi dell’ipoacusia a 360 gradi, dall’aspetto medico, a quello sociale ed economico, e oggi finalmente tradotto nella versione italiana e disponibile per la consultazione.
Si sentiva la necessità di una presa di posizione comune, che inquadrasse nei giusti termini il tema della salute
uditiva: la perdita dell’udito non curata, infatti, è la terza causa di disabilità al livello mondiale ed è un problema che riguarda tutti, a tutte le età. Ma a rendere necessaria un’azione globale è la stima dei dati sul deficit uditivo: senza un adeguato intervento di contrasto, infatti, si stima che entro il 2050 il numero di persone ipoacusiche crescerà fino a raggiungere i 2,5 miliardi, con oltre un miliardo di giovani a rischio, a causa di abitudini scorrette, vedi ad esempio l’ascolto della musica ad alto volume per un tempo troppo prolungato. Cifre queste che descrivono una vera e propria emergenza sociale.
Proprio per questo, il Rapporto Mondiale dell’Udito ha voluto delineare una serie di azioni future, di strategie comuni che tutti gli Stati membri dovranno adottare al più presto per arginare il problema.
E la strategia più urgente punta proprio sui soggetti più giovani. Sono loro i primi destinatari del monito: “To hear for life, listen with care” e saranno certamente loro i primi beneficiari degli “Standard globali di ascolto sicuro peri luoghi di intrattenimento e gli eventi”, il nuovo, importante documento lanciato dall’OMS in occasione del World Hearing Day 2022.
Insieme agli Standard, l’OMS ha diffuso anche il manuale per l’ascolto sicuro con i dispositivi audio personali, rispolverando uno standard globale che era stato stabilito già nel 2019.
Dobbiamo ragionare tutti insieme sull’enorme portata culturale di questi documenti che spostano l’attenzione sul modo di concepire la salute uditiva, non più legata esclusivamente all’aspetto medico, e quindi “consegnata” agli operatori sanitari, ma oggi finalmente responsabilità
di tutta la società. A cominciare dai singoli cittadini. Ognuno di noi deve sapere quanto è potenzialmente dannoso il rumore a cui ci sottoponiamo nel tempo libero, un rumore che non ci è imposto, ma che possiamo e dobbiamo assolutamente limitare.
L’OMS ci chiama a stringere un patto per la salute, coinvolgendo i gestori dei locali, le istituzioni locali, gli insegnanti, i giovani stessi.
Se possiamo fare poco per limitare i livelli di rumore delle nostre città e possiamo fare ancora meno per fermare il declino uditivo legato
all’età, proteggere l’udito abbassando i volumi è invece solo ed esclusivamente una nostra responsabilità.
Lo dice chiaramente l’OMS quando definisce il concetto di “ascolto sicuro”, ovvero quell’insieme di abitudini e comportamenti che ci permettono di godere della musica senza rischiare danni irreversibili all’udito. Vi invito a leggere nel dettaglio gli Standard (che abbiamo riportato in sintesi anche su questo numero della rivista) e i 6 principi dell’ascolto sicuro. Sarà chiaro che si tratta di piccole attenzioni, che coinvolgono però ogni componente della società.
Teniamoci stretta la nostra salute uditiva, che oggi non significa più solo prevenire e curare, ma allarga il proprio raggio d’azione verso un modello che include la vita in un ambiente salubre e il diritto a una qualità di ascolto sicura.
0 commenti