A Padova il Laboratorio pratico in Tecniche audioprotesiche

Gen 26, 2024 | Attualità, Corsi & Congressi, Formazione

Soddisfatti docenti e studenti: «Una grande opportunità di studio e approfondimento»

Dalla stretta collaborazione tra il Dottor Cristian Borghi, Audioprotesista di Reggio Emilia, attivo collaboratore del Comitato scientifico ANAP e il Dottor Pietro Scimemi, specialista Audiologo e ricercatore presso l’Università degli Studi di Padova, nasce il corso “Laboratorio pratico in Tecniche audioprotesiche”, che si è tenuto a Padova in due sessioni (5-6-7 e 19-20-21 ottobre 2023), e ha fornito ai partecipanti un’importante opportunità di studio e apprendimento.

Oltre ai contenuti teorici, il corso ha dato particolare rilievo all’aspetto pratico, consentendo agli studenti di mettere in pratica le conoscenze acquisite durante le lezioni.

I partecipanti hanno avuto l’opportunità di sperimentare diverse tecniche di adattamento delle protesi acustiche, apprendendo anche l’utilizzo di strumenti e attrezzature specifiche utilizzate nel settore. Durante le lezioni pratiche, sono stati affrontati casi di studio reali, fornendo agli studenti una panoramica completa delle competenze necessarie per gestire situazioni complesse.

Di seguito una breve intervista al dottor Pietro Scimemi e al dottor Cristian Borghi che ci fornirà una disamina sul pensiero e la motivazione che hanno portato alla nascita di questo laboratorio e alla sua utilità.

Vi sono inoltre a disposizione dei feedback da parte di alcuni partecipanti, dei quali sentiremo le loro opinioni e riflessioni sull’esperienza vissuta durante il corso, nonché sui benefici che questo percorso formativo ha apportato alla loro quotidianità professionale.

Qual e è stata la motivazione che vi ha spinto a organizzare questo corso?

L’idea di realizzare un Laboratorio pratico in Tecniche Audioprotesiche nasce più di 10 anni fa, sulla spinta dei più giovani Audioprotesisti neo-laureati che, affrontando per la prima volta la realtà della professione, ci segnalavano la necessità di rivedere e consolidare le principali metodiche di applicazione protesica, e esperienza diretta delle principali procedure di uso comune nella pratica professionale, confrontandosi tra loro e con colleghi più, utilizzando tutti i principali marchi di apparecchi acustici.

Quali sono gli obiettivi e i contenuti?

L’intero corso è strutturato pensando alla nostra attività quotidiana: dalla presa dell’impronta, fondamentale per una buona applicazione protesica, al fitting con i diversi algoritmi disponibili fino alla verifica del fitting con REM e auto-REM e con l’orecchio elettronico.

Il corso è strutturato in 6 giornate ciascuna dedicata a una marca di apparecchi (Starkey, Oticon, WSAudiology, Phonak e GN Resound) e suddivisa in una prima parte teorica seguita dalla indispensabile parte pratica. Ogni coppia di partecipanti ha a disposizione una postazione con la strumentazione fornita da Natus (New Aurical, HIT, NohaLink, video-otoscopio) e con un PC su con relativi software di fitting, oltre a una coppia di apparecchi acustici forniti dalle Aziende produttrici. Nella prima giornata, con la collaborazione del laboratorio Munarato, si esegue la presa di impronta sia manuale sia con Otoscan, in modo da permettere la successiva realizzazione delle chiocciole su misura che i partecipanti potranno utilizzare nelle REM ed auto-REM ad orecchio chiuso.

Una parte del corso, inoltre, è dedicata ai casi clinici presentati dai partecipanti con l’obiettivo di affrontarli assieme, condividendo le criticità di certe situazioni e dando importanza al lavoro in equipe e lo scambio di informazioni con la classe medica.

Gli obiettivi fondamentali del Laboratorio sono quelli di fornire ai partecipanti una maggiore competenza e conoscenza dei prodotti protesici e le procedure fondamentali per una corretta applicazione e verifica oggettiva tramite le misure in vivo e l’orecchio elettronico.

Qual è il candidato ideale?

Inizialmente pensavamo che il candidato ideale fosse un audioprotesista laureato da massimo un paio d’anni. Invece, successivamente, abbiamo capito che anche colleghi con più anni di esperienza sono interessati al corso se hanno la necessità di approfondire o consolidare alcune parti essenziali della pratica professionale. E nella prima edizione del Laboratorio, questo mix di giovani e esperti ha giovato molto a tutti i partecipanti nello scambio di punti di vista ed esperienze differenti.

Visto il grande successo avete in mente di proporre una seconda edizione?

L’idea c’è e l’interesse per il Laboratorio continua a essere elevato. Veniamo contattati di continuo per chiedere se arriverà una seconda edizione. Speriamo vivamente di poterla realizzare entro i prossimi sei mesi.

Compreso il grande sforzo, chi sono i vostri sostenitori?

Sicuramente tutte le aziende partecipanti: Natus, che ha fornito location, attrezzature e docenti quali il Dottor Granata che è stato con noi per tutta la durata del corso, dando costante supporto a noi e ai partecipanti; i cinque produttori di protesi, con i loro formatori d’eccellenza e i prodotti forniti; l’intero Laboratorio Munarato, con Stefano, il titolare, che si è reso disponibile non solo a fornire i materiali e ad allestire gli auricolari, ma anche ad ospitare tutti i partecipanti nel suo laboratorio per mostrare l’intero iter produttivo di una chiocciola (comprese le criticità che si incontrano in caso di impronta errata) e per illustrare il mondo degli otoprotettori.

All’uscita del corso c’è stata una grande partecipazione: è un ottimo segnale per tutto il settore. Vi aspettavate questa risposta?

Ci speravamo, ma non ne avevamo la certezza, soprattutto per la durata del corso. Inizialmente abbiamo temuto che il corso fosse considerato troppo lungo e impegnativo, invece abbiamo esaurito i posti in meno di una settimana.

Tra i vari argomenti possibili cosa vi ha spinto ad approfondire la conoscenza sulle misure in vivo (REM)?

Sicuramente la consapevolezza di quanto siano ormai indispensabili nel lavoro quotidiano e, di contro, di quanto siano ancora poco utilizzate e soprattutto non ben conosciute. Si basti pensare che nella maggior parte dei corsi di laurea nel nostro paese questo argomento non è nemmeno nel programma dei tre anni.

È stata data anche importanza alla presa d’impronta in collaborazione con il Laboratorio Munarato, è una pratica che è sempre bene insegnare ed esercitare?

Assolutamente sì. Ci teniamo moltissimo a illustrare ai partecipanti quanto sia di fondamentale importanza una buona impronta e mostrare la prospettiva del laboratorio che riceve a volte impronte errate o richieste impossibili da soddisfare. Si sa che un’impronta sbagliata è causa un’applicazione protesica fallimentare. Ovvero, una impronta corretta è necessaria per una efficace applicazione protesica finale; spesso questo fattore è sottovalutato. Aver affrontato nel corso questa parte fondamentale del nostro lavoro, stimolando il dialogo con il laboratorio, è stato estremamente apprezzato da tutti i partecipanti. In molti ci hanno ringraziato perché non conoscevano alcuni importanti dettagli che spesso si danno per scontati nella pratica quotidiana e che invece meritano attenzione.

Senza dubbio è stata un’esperienza che ci ha segnato molto e che ci ha donato tanto e questo grazie a tutti i docenti e a tutti i partecipanti.

CONCLUSIONI
Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno lavorato per mettere a disposizione a tutti i partecipanti un corso così specializzato e pratico che ha fornito un prezioso contributo al nostro settore.
Sono profondamente convinto che la formazione continua sia fondamentale per garantire ai pazienti servizi sempre migliori e all’avanguardia.

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