A un anno dall’inizio della pandemia, Corrado Canovi (Segretario Nazionale ANA – ANAP) e Dario Ruggeri (Presidente del Tavolo Tecnico Permanente Commissioni d’Albo dei Tecnici Audioprotesisti) tracciano un bilancio sull’anno appena passato e indicano la linea per il prossimo futuro.
Un bilancio possibile?
A un anno dall’esplosione della pandemia di COVID-19 – l’inizio dell’evento resterà scolpito nella memoria come l’11 settembre 2001: tutti si ricorderanno dove erano e cosa stavano facendo nel momento in cui i primi casi di contagio dal misterioso virus cinese (che fortunatamente nessuno osa più chiamare in questo modo) si sono verificati nel nostro Paese – è possibile trarre un primo bilancio delle attività del comparto di questo complicato periodo. Superati i primi momenti di confusione, durante i quali il virus pareva essere un problema solo della città di Wuhan, poi della Cina, poi della città di Codogno, poi di tutto il Lodigiano, poi della Lombardia e infine, disgraziatamente, di tutta Italia, abbiamo dovuto riorganizzare le nostre vite e la nostra attività lavorativa. Tutti, nessuno escluso, da Bolzano ad Agrigento. Arrivano le prime zone rosse, poi il primo lockdown, con DPCM a raffica e altre norme che contenevano i comportamenti da seguire (“misure di contenimento del contagio”) da parte di cittadini, lavoratori, imprese, e – per quanto ci riguarda – attività di tipo sanitario. La corsa all’interpretazione dei Decreti: i centri acustici possono restare aperti? Posso spostarmi in un’altra provincia o regione per un’assistenza urgente? Domande alle quali hanno risposto ANA e ANAP attraverso le Circolari e gli altri canali informativi, aiutando gli Associati a districarsi, oltre che tra le pagine dei DPCM, tra le solite interpretazioni frettolose che hanno iniziato a circolare attraverso i social: “Dobbiamo chiudere!”, “Non siamo tra i codici ATECO!” e altre amenità dei consueti giuristi da tastiera
I centri acustici e gli Audioprotesisti non si sono mai fermati…
E su questo vorrei soffermarmi: per chi come me ha visto crescere la professione in questi ultimi trent’anni, veder riconosciuta l’attività degli Audioprotesisti e dei Centri Acustici come servizio sanitario essenziale per la popolazione è stata una enorme soddisfazione. Senza le leggi che ci hanno riconosciuto come professionisti sanitari, senza gli sforzi di migliaia di colleghi (che si sono laureati, che si sono mantenuti in regola con l’ECM, etc…), questo non sarebbe mai accaduto: i Centri Acustici sarebbero rimasti chiusi assieme a tutti gli altri negozi. Di questo dobbiamo essere fieri. L’ipoacusia colpisce, in larga misura, proprio la fascia di popolazione che subisce con maggiore violenza le conseguenze del COVID-19, gli anziani e l’Audioprotesi (Audioprotesisti e Centri Acustici) ha dato una grande risposta: non ci siamo mai fermati! Sono centinaia le storie di Audioprotesisti che hanno dimostrato e continuano a dimostrare, in questo periodo, vicinanza ai loro pazienti, pur con le enormi difficoltà che tutti dobbiamo affrontare. Per questo, come è stato fatto in alcune delle ultime comunicazioni associative, ringrazio tutti gli Audioprotesisti per gli sforzi profusi durante quest’emergenza.
…e neppure ANA e ANAP!
Anche l’Associazione, al momento attiva in modalità di smart working come molte realtà italiane, ha lavorato con grande impegno sul tema-Coronavirus, impegnandosi a informare tempestivamente tutti gli associati sui provvedimenti del Governo e offrendo a tutti gli Studenti dei Corsi di Laurea in Tecniche Audioprotesiche quattro corsi online gratuiti per garantire continuità didattica durante il periodo di sospensione delle lezioni. Inoltre, in tema di forniture pubbliche, ANA e ANAP hanno elaborato una proposta di ottimizzazione delle procedure di erogazione di assistenza audioprotesica tramite S.S.N. durante l’emergenza COVID-19 inviata a tutte le Regioni italiane e recepita, ad oggi, dalla Regione Abruzzo.
I vaccini: i primi bagliori di luce in fondo al tunnel
E non solo siamo stati giustamente considerati attività essenziale durante il periodo pandemico, ma in quanto professionisti sanitari siamo stati inseriti a pieno titolo tra le categorie prioritarie all’interno del Piano Nazionale Vaccini Covid-19. Sappiamo che la campagna di vaccinazione sarà modulata in base all’evolversi della pandemia, delle conoscenze provenienti dalla ricerca scientifica e soprattutto della disponibilità di vaccini e che esistono tuttora pesanti difformità territoriali, ma già molti colleghi hanno ottenuto il vaccino già a partire dal 27 dicembre 2020 (il Vaccine Day europeo) e tutti gli altri saranno vaccinati nel prossimo periodo. Occorre resistere ancora un po’, ma ne usciremo. Lo stiamo già facendo.
Corrado Canovi – Dario Ruggeri
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