di Corrado Canovi (Segretario Nazionale ANA-ANAP)
Sarebbe probabilmente giusto resistere alla tentazione di dedicare questa mia rubrica all’ultimo Congresso Nazionale FIA (argomento principale di questo numero) perché è grande il rischio di ripetere cose che avete già letto ma, come forse immaginate, ho davvero tante cose da dirvi.
Dal 1985 ho partecipato a tutti i nostri Congressi e quello di quest’anno è stato un evento speciale. Non voglio usare il termine “eccezionale”, perché spero non rappresenti un’eccezione, ma d’ora in poi il nostro standard minimo in termini di qualità e di partecipazione. Ma cos’è successo? Partiamo dalla fine. Ho visto un comparto sano, e con comparto intendo proprio tutti (in ordine sparso): studenti, audioprotesisti, produttori, aziende, stakeholders; un comparto che partecipa, che dialoga, che non ha paura di guardare all’Europa e che oggi ha il proprio Albo. Non credo che il successo di un evento si misuri dai numeri, ma è certo che più di 1.700 persone presenti a Rimini abbiano un significato. Il momento storico è particolare e sono molti i cambiamenti che stanno interessando il nostro settore, per questo c’è voglia di comunicare, di ricevere e dare informazioni: ho visto 1.700 “partecipanti”, nel senso più letterale – e nobile – del termine. Non avrei la stessa soddisfazione se si fossero registrate 4.000 persone, ma le avessi viste aggirarsi per il Palacongressi senza interesse, con l’area stand e le aule semivuote, affollate nelle aree cibo in cerca di una tartina. È stato un Congresso – per quanto ho percepito, per quanto mi è stato raccontato e per mia stessa esperienza – vissuto appieno, a partire dalla mattina, fino alla divertente e movimentata serata di gala. Il Congresso è tante cose. È un’aula universitaria, è un ristorante, è un’Assemblea, è una fiera merceologica ed è una discoteca. Si balla, si impara, si discute. E si lavora: è un impegno per tutti. Un’organizzazione impeccabile e un palacongressi allestito perfettamente non sono nulla se non c’è risposta da parte di chi partecipa, e questa credo proprio ci sia stata. E poi ci sono state le tavole rotonde. Si è parlato di tante cose, ovviamente anche dei nuovi LEA e del neonato Albo dei Tecnici Audioprotesisti. Gli argomenti sono stati trattati da relatori in prima linea nei vari ambiti, e questo rigido criterio di competenza credo proprio che abbia dato i risultati attesi. Meno politica, più sostanza. A titolo di esempio, ad affrontare gli aspetti legali legati alla nuova legge in termini di forniture pubbliche sono stati chiamati un illustre giurista specializzato in professioni sanitarie autore di decine di pubblicazioni che riguardano la nostra professione – Luca Benci – e Marco Croce, avvocato esperto in diritto sanitario. Di Europa hanno parlato, tra gli altri, Mark Laureyns, Presidente dell’Associazione Europea Audioprotesisti e Professore di Audiologia all’Università Thomas More di Mechelen e Stefan Zimmer, Segretario dell’Associazione Europea dei Fabbricanti di Strumentazione Audioprotesica.
Vorrei qui soffermarmi proprio sulla tavola rotonda internazionale. Mi ha fatto molto piacere assistere al crollo di tanti falsi miti che circolano da troppi anni nel nostro settore, due su tutti quelli che riguardano il numero di cassettisti e l’incidenza del prezzo sulla motivazione all’acquisto. Come un’illusione ottica che viene svelata, EuroTrak ci insegna che solo il 5% dei pazienti abbandona l’apparecchio e che il prezzo non è certamente tra i principali freni alla protesizzazione, in contraddizione con quanto spesso viene detto ad ogni livello. Amo molto la socialità e lo scambio di opinioni: proprio per questo non amo i social. L’anonimato e la protezione data dalla distanza, oltre al copia-incolla di informazioni non verificate, creano dei mostri. Mostri che vengono sconfitti in occasioni di vero confronto. Credo che dopo il nostro Congresso, tutti sappiamo qualcosa in più e abbiamo bonificato il nostro cervello da qualche pericoloso virus.
Nessuno può permettersi di essere il veicolo di ciarpame informativo, ancor meno dei professionisti sanitari dai quali dipende la salute dei cittadini. “Non è obbligatorio iscriversi all’Albo e comunque possiamo iscriverci quando vogliamo”, “in Italia ci sono milioni di cassettisti e i pazienti non sono soddisfatti degli apparecchi acustici”, “non possiamo fare niente contro le Gare d’appalto”: cancelliamo?
Mentre da una parte venivano tagliati i rami secchi della disinformazione, dall’altro si tentava di costruire qualcosa di importante per il nostro futuro: durante l’ultima giornata di lavori è stato eletto il primo Comitato Scientifico ANAP e sono state approvate le Linee Guida del Tecnico Audioprotesista, documento che ha lo scopo di aggiornare la disciplina in campo audioprotesico e di stabilire i confini della nostra attività anche in relazione alle forniture pubbliche. Nelle Linee Guida si afferma un principio forte: “Il Tecnico Audioprotesista, al superiore fine di garantire la qualità della prestazione professionale e il diritto alla salute dell’assistito, non raggiunge accordi e non partecipa a procedure d’acquisto pubbliche e private in violazione di qualsiasi principio e norma recati dal presente Codice ovvero delle norme di legge vigenti. La violazione del presente comma costituisce grave illecito deontologico”. Credo ci sia poco da aggiungere: il settore è compatto a favore di un sistema che garantisca il rispetto delle prerogative professionali dell’Audioprotesista ed il diritto dei pazienti di ricevere un’assistenza personalizzata ed in accordo con le proprie esigenze. Cari lettori, cari partecipanti al Congresso, dopo tanto lavoro – e in previsione di quello che verrà – credo proprio che ci siamo meritati un po’ di riposo, per questo mi congedo con i migliori auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo!
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