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Il ruolo della psicologia nella gestione delle patologie audiologiche e otologiche

Feb 3, 2025 | Formazione, Professione

Lo psicologo che lavora con le patologie afferenti al mondo audiologico e otologico, conoscendo i determinanti delle specifiche malattie (quali acufeni, ipoacusia, misofonia, malattia di Mènièr, otosclerosi) e i relativi esiti emotivi e relazionali, supporta empaticamente il paziente e la sua famiglia, dal momento della comunicazione della diagnosi alle diverse fasi della patologia, del trattamento e dell’adattamento ad essa. Al fine di ridurre i fattori di stress e attivare risorse utili a migliorare la qualità di vita del paziente, lo psicoaudiologo si confronta con l’èquipe multidisciplinare di cura e riabilitazione (otorino, foniatra, logopedista, neuropsichiatra, audiometrista, audioprotesista, neuropsicomotricista) e con il contesto socio-educativo o lavorativo in cui è inserito il paziente.

L’obiettivo principale è, dunque, l’accompagnamento del paziente in ogni fase del percorso di cura. Tale obiettivo si realizza attraverso interventi specifici che agiscono positivamente sulla qualità di vita: psicodiagnosi per individuare deficit cognitivi, disagio emotivo, adattamento sociale, struttura di personalità; interventi strutturati in ambito ospedaliero e pediatrico, consulenza in istituti scolastici e associazioni; supporto psicologico e psicoterapia individuale e/o familiare; ricerca e divulgazione scientifica; consulenza per progetti di empowerment; gestione di gruppi di supporto per pazienti, familiari e operatori sanitari; parent training; teacher training; consulenza psicologica per la comunicazione sanitaria nella prevenzione primaria, secondaria e terziaria; formazione sulla comunicazione efficace per le figure professionali coinvolte nella cura e riabilitazione del paziente.

Le ricerche scientifiche, relative all’approccio psicologico nell’ambito dell’ipoacusia in età pediatrica, hanno evidenziato l’impatto emotivo reattivo alla comunicazione della diagnosi, tuttavia non risultano in letteratura approfondimenti sulla condizione emotiva emergente nelle fasi successive.

Per questo motivo, il Gruppo di lavoro Psicoaudiologia dell’Ordine degli Psicologi della Regione Campania si è focalizzato su tali approfondimenti e nel 2022 ha presentato una indagine conoscitiva (a cui hanno contribuito le scriventi), realizzata attraverso la costruzione e la somministrazione di una survey destinata ai genitori di bambini e adolescenti con diagnosi di ipoacusia, portatori di impianto cocleare o protesi acustiche, con l’obiettivo di un’individuazione retrospettiva di bisogni psicosociali, utile a costruire un approccio psicoaudiologico alla specifica condizione di vita e a favorire l’introduzione del concetto di “benessere psicologico per la sordità” nelle politiche e nelle strategie delle realtà socio-sanitarie.

Sono state delineate 21 domande inerenti l’età uditiva e l’età anagrafica dei figli, la diagnosi, la condizione emotiva personale e del proprio figlio durante le fasi del percorso diagnostico-terapeutico, l’effettivo affiancamento psicologico e il momento di maggiore bisogno di supporto emotivo. Grazie alla collaborazione delle associazioni dei familiari dei soggetti con sordità (ETS FIADDA Campania), è stato possibile contattare 103 genitori di minori, sia in trattamento che in follow-up.

La raccolta dati è prevalentemente descrittiva ed è relativa agli indici di posizionamento delle risposte ai singoli item. I risultati offrono una conoscenza ampia sugli aspetti dell’iter che suscitano un distress emozionale e una richiesta di supporto psicologico all’adattamento al percorso di cura della sordità. Dall’analisi delle risposte emerge, infatti, che i genitori riconoscono nei figli un aumento di emozioni spiacevoli nel periodo dell’intervento chirurgico, durante le attività scolastiche e di socializzazione, durante le visite ospedaliere e la riabilitazione.

Per quanto riguarda le proprie emozioni spiacevoli i genitori ne riferiscono un aumento durante la comunicazione della diagnosi, nel periodo dell’intervento chirurgico e durante l’organizzazione delle attività scolastiche dei figli (vedi Tabella).

In conclusione, l’indagine ha rilevato un significativo bisogno da parte dei genitori di un supporto psicologico familiare e/o genitoriale per la gestione dell’ipoacusia dei propri figli, dimostrando l’importanza del benessere emotivo nello sviluppo di una buona qualità di vita psicoaudiologica. Dunque, ampliando l’ambito di applicazione di tale risultato, ne consegue che l’assistenza psicologica è una componente fondamentale nel percorso di cura del paziente in contesto audiologico sia per alleviare il distress emozionale (che l’iter del trattamento comporta) che per migliorare la qualità di vita nei diversi sistemi in cui il paziente è inserito, a partire da quello familiare, che è chiamato, insieme a lui, ad affrontare nuove sfide emotive.

A cura di:

Sabina Garofalo, Gaia Cipollaro, Valentina Valentini, Francesca Soldivieri (Psicologhe specializzate in psicoterapia)

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