Intervista a Daniela Boccadoro Ameri, direttrice di altraetà.it
“Invecchiare è un privilegio e un obiettivo della società. Ma è anche una sfida, che avrà un impatto su tutti gli aspetti della società del XXI secolo”. È questo uno dei messaggi proposti dall’Oms (Who, 2005) sul tema della salute degli anziani, un argomento che ricopre sempre maggiore importanza, in una società che sta vivendo una specie di rivoluzione demografi ca. Di fatto, nel 2000, al mondo c’erano circa 550/600 milioni di persone con più di 60 anni; nel 2025 ce ne saranno 1,2 miliardi, fi no ad arrivare a 2 miliardi nel 2050 (l’Onu prevede un totale di 9,1 miliardi di persone a metà di questo secolo) con un rapporto donne-uomini di 2 a 1 nella fascia di popolazione molto anziana. Al 1 gennaio 2019, in Italia, gli over 65enni sono 13,8 milioni (rappresentano il 22,8% della popolazione totale) – dati Istat. Dal 2019 la vita, soprattutto quella degli anziani, è stata stravolta a causa del Covid-19. E ancora una volta la società si è trovata impreparata a fare i conti con le esigenze di questa fetta importante del tessuto sociale. Ne parliamo con Daniela Boccadoro Ameri, direttrice responsabile di Altraeta.it,
la più importante testata giornalistica italiana dedicata ai senior.
Direttrice Boccadoro Ameri, dal suo punto di osservazione privilegiato, può spiegarci chi sono oggi gli over 65?
«L’aspettativa di vita negli ultimi trent’anni si è allungata sempre più. Mediamente gli over 65 sono persone che godono di buona salute, attive, che lavorano ancora e contribuiscono allo sviluppo economico del Paese. Tra gli over 65, ci sono anche i nonni, i quali spesso mandano avanti le famiglie con difficoltà economiche, aiutando fi gli e nipoti. Con l’allungarsi della vita, i cosiddetti silver oggi diventano anche generatori di occupazione per le fasce più giovani. In tantissimi settori i giovani possono intercettare i bisogni nati da nuove esigenze e rispondere con nuove soluzioni. Personalmente considero questa come una nuova età il cui concetto non esisteva anticamente. Non come una seconda giovinezza, ma come un’epoca di maturità consapevole, da vivere pienamente viaggiando, esplorando, riappropriandosi del proprio tempo e della propria libertà».
Il lockdown degli ultimi mesi, conseguenza della drammatica emergenza sanitaria che stiamo attraversando, ha fortemente messo in evidenza il rischio, per la salute degli anziani, rappresentato dall’isolamento. Noi lo abbiamo riscontrato maggiormente per gli anziani ipoacusici.
«I silver sono coloro che purtroppo hanno sofferto e continuano tuttora a soffrire di più a causa di questa pandemia. Credo che da tutto ciò abbiamo imparato a riconoscere l’importanza di questa fascia della popolazione. È necessaria un’accelerazione dal punto di vista dell’assistenza socio-sanitaria, con l’individuazione di metodologie nuove per l’assistenza da remoto. Parlo ad esempio del rapido sviluppo dei dispositivi digitali già in essere ma ancora poco utilizzati, come la telemedicina, ma anche del cambio di approccio che la fi gura del medico di base ha dovuto adattare per andare incontro alle esigenze degli anziani con patologie croniche per tutelarli anche da lontano come è accaduto in questo anno».
L’ultima edizione del Silver Economy Forum, la manifestazione da voi ideata e che oggi si posiziona come primo evento in Italia dedicato agli over 55, è stata dedicata alla prevenzione. Un tema anche a noi molto caro. A che punto siamo?
«Mai come in quest’ultimo anno abbiamo compreso quanto sia importante la prevenzione. Nell’edizione 2020 del Forum abbiamo ritenuto prioritario concentrarci su misure e strategie di tutela per un target che si è trovato nell’occhio del ciclone di una pandemia senza precedenti. Abbiamo trattato con esperti del settore il tema della prevenzione declinato su tutti i settori di competenza della Silver economy: assistenza, sanità, ricerca e sviluppo, alimentazione, supporto psicologico, nuove tecnologie. La strada è ancora lunga, ma il dialogo si è aperto e sono convinta che nei prossimi anni vedremo degli sviluppi interessanti del campo della prevenzione dei silver».
Gli anziani oggi sono pienamente inseriti nella società, ne rappresentano un pilastro e la loro salute è attentamente monitorata anche dal sistema sanitario. Eppure, su alcune patologie, come i disturbi uditivi, la consapevolezza è ancora bassa, nonostante siano strettamente collegati al decadimento cognitivo e al rischio di cadute, problemi che rappresentano veri e propri spauracchi per la terza età.
«Per aumentare la consapevolezza su determinate patologie, occorre parlarne. L’obiettivo del Silver Economy Forum consiste proprio in questo: nell’affrontare tutte le tematiche legate all’invecchiamento e alla longevità della popolazione, analizzandone vantaggi e problematiche. Ogni anno facciamo il punto della situazione con aziende e medici esperti dei vari settori di competenza, cercando di tracciare una road map e di identificare possibili soluzioni».
Un aspetto non trascurabile è anche il costo dell’invecchiamento della popolazione sui conti pubblici. Quindi dovrebbe corrispondere all’interesse generale promuovere azioni che favoriscano un invecchiamento il più possibile attivo. Qual è la sua opinione in proposito?
«La promozione di un invecchiamento attivo è fondamentale per ridurre la pressione sui conti pubblici. Occorre agire su più livelli: migliorare gli stili di vita dei silver attraverso un’assistenza sociosanitaria più mirata, fare prevenzione, prevedere soluzioni valide in ambito di welfare aziendale, offrire ai silver nuove soluzioni abitative nuove (es. residenze diffuse) che favoriscano il mantenimento del proprio stato psico-fisico in salute».
0 commenti