di Corrado Canovi (Presidente ANAP)
Cari lettori, abbiamo da poco archiviato il successo delle manifestazioni in occasione della Giornata Mondiale dell’Udito, che ha visto il susseguirsi di iniziative volte a sensibilizzare e a rendere noto il messaggio d’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla necessità di allargare la platea dei professionisti sanitari coinvolti nei processi di prevenzione, diagnosi e cura delle patologie uditive. Tutte queste iniziative sono culminate con la due giorni promossa da Udito Italia Onlus presso il Ministero della Salute, cui questo numero della nostra rivista dedica ampio risalto.
Il bilancio che possiamo trarne è che a distanza di dieci anni finalmente si è avviato un processo di sensibilizzazione che pone i disturbi dell’orecchio al centro della politica sanitaria, che deve essere, quest’ultima, necessariamente volta a ridurre i costi e i danni sociali dell’ipoacusia non trattata. Molti sono i fattori sui quali incidere per favorire e promuovere una cultura della rimediazione acustica che, rispettando i diversi ruoli delle professioni coinvolte ognuno nel rispetto delle proprie funzioni, permetta al nostro Paese di allinearsi a modelli già in essere nelle principali realtà industrializzate. La sintesi dei lavori ha individuato la necessità di avviare un processo culturale di conoscenza di tutti i piccoli segnali che la medicina territoriale deve saper individuare per avviare a un percorso diagnostico-riabilitativo i soggetti ipoacusici. Per ciò che attiene alla nostra parte, ovvero quella tecnico-assistenziale, abbiamo garantito il massimo impegno a far sì che si realizzino progetti che permettano di avviare e raggiungere risultati concreti nel breve medio termine.
Partendo da questa riflessione, e consapevole che alcuni fattori di criticità rallentano la diffusione della cultura della rimediazione acustica, vorrei evidenziare come esista ancora un paradosso più volte segnalato circa la difficoltà di avviare alla formazione universitaria un numero adeguato di studenti in Audioprotesi che sia in grado di rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro, che ogni anno assorbe 300 laureati a fronte di un fabbisogno di circa 500 unità.
Questo fenomeno, influenzato da molteplici fattori e governato dalla programmazione e determinazione dei posti universitari, investe tutte le professioni sanitarie, ma mortifica particolarmente un settore come quello audioprotesico che, rivolgendosi totalmente al mercato privato, vede frenata la crescita e la diffusione dei Centri acustici la cui funzione indispensabile non vorremmo si consideri esaurita con la fine della fase pandemica emergenziale.
Proviamo a riepilogare i fattori che determinano questa differenza fra i posti richiesti e quelli definiti da modello di programmazione e cominciamo con i tassi di occupazione. Come certificato da Almalaurea, nell’ultimo decennio i dottori in Tecniche audioprotesiche hanno un tasso di assorbimento che si aggira intorno al 90% entro il primo anno di conseguimento del titolo. Quindi, in sostanza, non esiste disoccupazione per i Tecnici Audioprotesisti abilitati!
Nella maggior parte dei casi, anzi, l’individuazione e selezione del personale avviene secondo un processo virtuoso che, consentendo lo svolgimento di tutte le fasi del tirocinio pratico presso i Centri acustici associati ANA, mette in relazione domanda e offerta lavorativa. Da quest’anno, però, un altro dato ci fa molto preoccupare ed è la constatazione che, per la prima volta, il numero di domande d’iscrizione al Corso di Laurea è stato inferiore all’offerta di posti disponibili. Su questo aspetto ci stiamo interrogando, perché se da un lato certamente hanno giocato il ruolo l’impossibilità di promozione del corso universitario presso le scuole superiori causa COVID-19, certamente anche la scarsa conoscenza della professione sommata al modello selettivo all’ingresso impediscono al comparto di adeguare la demografia professionale alle esigenze evidenziate anche dai dati sull’incidenza dell’ipoacusia nel nostro Paese pubblicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nel corso della riunione del Consiglio direttivo, oltre alla suddivisione degli argomenti proposti all’assemblea elettiva, abbiamo quindi deliberato l’attivazione di un apposito gruppo di lavoro che, fin dalle premesse, opererà per individuare strumenti di azione e sulla cui efficacia vi aggiornerò nel prossimo numero.
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